JONAH che visse nella balena

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Il film parla dell’Olocausto che noi ricordiamo ogni anno il 27  Gennaio nel “Giorno della memoria”.
Il film è tratto da una storia vera e parla di un bambino di nome Jonah che insieme alla famiglia conduceva una vita serena e felice fino a quando cominciò a sentire il peso delle leggi razziali contro gli ebrei. A causa di queste leggi il padre perse il lavoro ma ne trovo’ un’altro presso un amico ebreo.
Durante tutto il film era Jonah che raccontava ciò che stava succedendo.
Nel 1942 i tedeschi andarono a prendere a casa la famiglia di Jonah ma loro non erano preoccupati perché avevano il permesso per andare in Israele.
In un primo momento tutta la famiglia era molto contenta perché pensava di andare in Israele ma dopo pochi istanti capirono che il treno che stavano per prendere li avrebbe portati in un luogo dal quale nessuno aveva mai fatto ritorno fino ad allora: un campo di concentramento.
Una volta arrivati nel primo campo, la famiglia fu divisa: la madre andò con Jonah mentre il padre fu mandato in un altro campo.
Dopo pochi mesi vengono portati in un altro campo (Bergenbelsen) nel quale Jonah e la madre stavano insieme ma per molto tempo non videro più il padre.
Dopo qualche anno la madre di Jonah riuscì a corrompere il dottore del campo così pote’ riunire tutta la famiglia.
Pochi giorni dopo l’incontro, il padre di Jonah muore a causa di una malattia.
Nel 1945 il campo venne bombardato dai Russi e tutti gli ebrei furono caricati in un treno che portava in un altro campo. La madre di Jonah stava male e non riusciva a camminare.
Durante il tragitto il treno fu bombardato e i tedeschi lasciarono il vagone dove si trovavano gli ebrei in un bosco con a guardia un soldato. Dopo quasi un giorno arrivarono le truppe nemiche che fecero scappare tutti gli ebrei e uccisero il soldato tedesco.
La madre di Jonah fu portata subito all’ospedale ma si rifiutava di prendere le medicine poiché traumatizzata dall’esperienza nei campi di concentramento.
Jonah aveva trovato riparo in una casetta in un villaggio insieme a Simona, una ragazza conosciuta nei campi.
Un giorno Jonah voleva andare a trovare la madre ma Simona gli disse che tutte le strade che portavano all’ospedale erano bloccate per non rivelargli che la madre era morta. Jonah pero’ vide una signora che si trovava in ospedale con la madre e le chiese come aveva fatto a raggiungere il villaggio: lei fu costretta a dirgli che la madre era morta.
Jonah così rimase orfano e fu affidato all’amico del padre per cui lavorava.
Quando si trasferì nella sua nuova casa era ancora scosso dalla morte della madre. Era talmente triste che l’amico del padre e sua moglie decisero di fargli un regalo: una bicicletta.
Ma Jonah rimase impassibile e getto’ per terra il cibo come forma di protesta. Allora la moglie decise di scuoterlo attraverso le parole.
Alla fine del film Jonah pulisce ciò che ha sporcato e inizia ad usare la sua nuova bicicletta. Ora Jonah è uno scienziato.
Questo film mi ha fatto pensare: se fossi stata io al suo posto come avrei reagito? Ora come ora non so rispondere a questa domanda.
Questo film è veramente commovente, soprattutto quando tutta la famiglia si incontra di nuovo dopo quasi un anno.
Credo che questo film sia piaciuto a tutti i miei compagni e consiglio vivamente a tutti di vederlo.

                                                                                                                                                                      Valeria Rossi 3B