L’Inferno dantesco (prima parte)

La Divina Commedia è un’opera scritta da Dante Alighieri, un famoso poeta, iniziata nel 1306 e finita nel 1321.

La Divina Commedia è stata scritta in volgare, la lingua che precede l’italiano. 

Tutti noi abbiamo sentito parlare dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, queste tre Cantiche compongono la Divina Commedia. In generale l’opera narra un’avventura pazzesca che Dante immagina di compiere a metà della sua vita: un viaggio attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso.

In questo articolo parlerò brevemente dell’Inferno. Innanzi tutto, dovete sapere che l’Inferno dantesco è suddiviso in nove gironi, in ognuno dei quale ci sono varie tipologie di peccatori. Ogni peccatore subisce una punizione. I peccatori sono coloro che hanno commesso qualcosa di molto grave, come uccidere o rubare, oppure non credono in Dio, per questo non sono in Paradiso. Le punizioni per i peccatori dipendono dalla gravità del peccato. Per esempio, se un peccatore è un ignavo, la sua  punizione sarà correre in eterno dietro una bandierina bianca, che rappresenta il nulla, punzecchiato da vespe e mosconi…

Alcuni versi tratti dal Canto I dell’Inferno.

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura che la diritta via era smarrita”(Canto I, 1)

Questo verso in volgare significa che Dante, a metà della sua vita (circa 33 anni), “non ritrovò più se stesso”, cioè si perse.

Ed ecco, quasi a cominciar de l’erta una lonza leggiera e presta molto che di pel maculato era coperta” (Canto I, 31)

Questo verso significa che all’inizio di una salita, Dante vide una lonza, cioè una belva dal pelo maculato, la prima che incontra nel suo viaggio.

“Questi parea che contra me venisse con la testa alta e con rabbiosa fame, si che parea che l’aere ne tremesse” (Canto I, 46)

Questo verso significa che la belva si stava avvicinando con l’intento di mangiarlo.

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