Il caso Pistorius

 

Omicidio volontario. E’ questa l’accusa che ha portato all’arresto di Oscar Pistorius, il primo atleta paralimpico a partecipare ai Giochi per normodotati. All’alba del 14 febbraio lo sprinter ha ucciso la sua fidanzata Reeva Steenkamp (ex modella) con quattro colpi di pistola. Tutto è accaduto nella sua lussuosa abitazione di Pretoria. Agli inquirenti, Pistorius ha spiegato di aver scambiato la fidanzata per un ladro e la ha uccisa. Ma la polizia non gli ha creduto, anche in virtù di alcune precedenti segnalazioni di “incidenti domestici” avvenuti sempre nella stessa abitazione dell’atleta.

Quattro colpi contro Reeva, ferita alla testa e alla mano. La conferma dell’arresto è arrivata in mattinata dal padre di Pistorius  il quale ha detto che il figlio è stato arrestato per la morte della sua fidanzata. I paramedici hanno cercato di salvare la ragazza, 29 anni, ma per lei non c’era più niente da fare. Nell’abitazione di Pistorius è stata trovata una pistola calibro nove. I quattro proiettili hanno colpito la vittima alla testa e alla mano.

Tuttavia Oscar Pistorius torna in libertà. Il giudice Nair ha accolto la richiesta di scarcerazione su cauzione (1.000.000 di rand, circa 90.000 euro) presentata dal legale dell’atleta. Resta invece l’accusa di “Omicidio volontario premeditato”: Nair non ha infatti derubricato l’accusa per Pistorius di aver ucciso con premeditazione la fidanzata Reeva Steenkamp. Nair, nella sua lunga requisitoria, ha duramente contestato l’operato del detective Botha, mettendone in evidenza tutti gli errori ed estendendoli anche a coloro che hanno affidato con leggerezza indagini così delicate. Una serie di errori che però, secondo Nair, non significano che Pistorius non abbia commesso il più grave dei reati. Poi la concessione della libertà su cauzione: “Non rilevo ci sia pericolo di fuga, né che Pistorius possa cercare di influenzare i testimoni e neanche che il suo rilascio creerebbe choc nella società”, ha detto il giudice. Alle lettura della sentenza si è levato uno ‘yes’ liberatorio da parte dell’entourage di Pistorius.

Durante il periodo della libertà condizionata, Pistorius dovrà presentarsi due volte a settimana alla stazione di polizia. Il suo passaporto verrà ritirato, non potrà detenere armi ne avere alcun contatto con i testimoni. Inoltre, volesse lasciare Pretoria, dovrà darne comunicazione all’autorità per ricevere la conseguente autorizzazione. La data di inizio del processo è stata fissata per il prossimo 4 giugno.

Nel frattempo, monta la protesta contro l’atleta delle donne di Pretoria che hanno cominciato a chiedere giustizia per  Reeva Steekamp sin dalle prime ore dopo l’uccisione. Reeva è considerata una delle tante vittime della violenza domestica. In Sudafrica è molto sentito il problema della sicurezza delle donne.  Reeva sarebbe una delle tante donne che ogni giorno subiscono violenza e sono ammazzate fra le mura domestiche. Per questo le donne sin dalla prima udienza hanno  manifestato con cartelloni e urlato slogan contro Pistorus, temendo che ci fosse la sua liberazione.

Secondo alcune statistiche pubblicate in questi giorni dai media in Sudafrica nel 2011, il 38.4% di reati sessuali è stato commesso da persone conosciute dalle vittime. Il 37,2% delle vittime sono state uccise da parenti, da mariti o fidanzati (il 18,2%) e da amici e conoscenti.
Sempre secondo statistiche pubblicate dei media locali in Sud Africa nel 2011 ogni giorno sono state uccise sette donne.

La concessione della libertà su cauzione non è un’ assoluzione – Pistorius non ha mai negato di aver sparato- ma per le donne sudafricane rappresenta una sconfitta in termini di giustizia.