“In catene”, la storia di un bullo

Lo spettacolo che abbiamo visto si intitola “In catene” e riguarda il bullismo, in particolare racconta la storia di un bullo che dopo tanti anni si ritrova circondato dalle  sue vittime, che erano rimaste incatenate ai ricordi dei brutti momenti passati. All’inizio il bullo parla con Marco, un suo vecchio compagno di classe che aveva soprannominato “nano”. Lui però adesso non se la prende più, anzi a fargli pena è proprio chi prima lo prendeva in giro. Marco aveva dei sogni: essere scelto per primo alla formazione delle squadre di basket, fidanzarsi con la più bella della classe (Maria) e smettere di essere preso in giro. Alla fine tutti i suoi sogni sono diventati realtà: è diventato il primo ad essere scelto quando si formano le squadre di basket, ha sposato Maria e con lei ha due figlie, ma soprattutto, nessuno lo prende più in giro. Quindi se ne va lasciando al bullo le catene che fino ad allora si era portato dietro

La seconda persona con cui  il protagonista ha parlato si chiama Simone, anche soprannominato “storto” o “gamba di legno” (dato un problema che  aveva alle gambe). Simone vedeva correre tutti i suoi compagni ma non poteva farlo e soffriva del fatto che nessuno lo accettava. Racconta al bullo tante memorie tristi: gli torna alla mente un episodio in particolare dove gli hanno fatto lo sgambetto facendolo cadere e sbattere la testa. Simone racconta, anche, di aver trovato un vero amico di nome Carmen che gli stava sempre vicino in ogni momento. Infine dice che ha partecipato a gare di atletica leggera e che il suo record di 14 secondi, è stato il migliore fra tutti quelli con i suoi stessi problemi.

L’ultima ad aver parlato con il protagonista è stata Arianna la sua ex ragazza. Loro si erano lasciati perché il bullo aveva postato un video intimo. Per colpa di quel video lei si è trasferita in una nuova città della Germania, però il video era arrivato anche lì. Per non essere riconosciuta lei era costretta a girare con un velo e aveva dovuto cambiare identità, dato che molta gente la insultava ancora.
Il bullo, che era stato agli arresti domiciliari per violazione della PRIVACY, aveva mandato quel video ad un amico e poi l’amico l’aveva inoltrato ad altre persone fino a spargerlo nel mondo. Il giorno in cui sono arrivati i poliziotti per portare il bullo in caserma, il  padre voleva picchiarlo sia per la rabbia e che per la delusione, ma la mamma si era messa in mezzo.  

A causa del bullismo si può anche ad arrivare al suicidio. Per esempio ci hanno raccontato la storia di due ragazzi. Il primo aveva lo stesso problema di Simone e si è suicidato. Il giorno del funerali i bulli sono andati in chiesa e hanno avuto il coraggio di dire alla mamma che il figlio nella foto era molto più bello che nella realtà. L’altra persona era una ragazza che si è suicidata perché la prendevano in giro, prima di morire ha lasciato un biglietto con scritto  ” ORA SARETE FELICI ” .

Alla fine ci hanno rivelato che la storia di Simone è realmente accaduta.

GIORGIA ROMAGNOLI E GIACOBBI CARLOTTA  ❤💕💖