Un tempo, era d’estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Il cielo ride un suo riso turchino
benchè senta l’inverno ormai vicino.
Scendon le gocce della prima pioggia
che sui selciati ancor timida batte,
mentre settembre lentamente scompare.
Cadon già le foglie. Sono stanche.
Hanno visto tant’ acqua e tanto sole.
Sbocciano con le tenere viole,
cadono prima delle nevi bianche.
La loro vita dura una stagione
cadono a sciami, frusciando;
I bimbi le sparpagliano passando
e le raccolgono a farsene una corona.
Il vento le trasporta, in un mulinello
e soffia e picchia con malinconia.
Esse fan tutti gli anni questa via:
parton con il brutto e tornan con il bello.
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